• Montefegatesi

    Posted on Agosto 21, 2012 by in Territory

    Montefegatesi is situated 842meters above sea level,its the highest village of Bagni di Lucca and is 15 kilometers from the town.There are two roads to the village,the first along the road of La Controneria and to the right at the ruins of the oratory of San Rocco, the second is from Ponte a Serraglio, passing through Granaiola,Pieve di Monte di Villa, Monte di Villa and going towards the church of Sant’Anna.Looking at Montefegatesi it seems to be attached to a rock.It’s name comes from the colour of the clay present in most of the territory(liver-fegato),and mountain(monte) that rises from the stream Fegana,making the name place Montefegatesi.

    The History
    The name is first remembered in a a parchment in the archiepiscopal files of the year 983 and in 991 in the last one the bishop of Lucca Teudegrimo takes away some possessions of Montefegatesi which belonged to Visconte Fraolmo,of the noble family Corvaresi di Versilia.In 1245 the Emperor Federico II gave back Montefegatesi to Lucca and doing so gave the inhabitants all the rights of citizens of Lucca, this was renewed in 1248.Montefegatesi had a vitale strategy importance as a sentry of the republic bording with Modena.In 1449 it was given the concession by the Republic to separate from the Val di Lima, this allowed the inhabitants privileges like no tax paying and the administration of the justice.Because of the geographic position of the village it was an indisputable outpost for the eventuale wars against the Dukedom of Modena and the Grandduke of Tuscany.In 1539 it became part of the Val di Lima but keeping its privileges.During the war between Lucca and Modena in 1613 the village surrendered with its statutes conserving only two, one of the 14th century and the other of 1740.The parish church is dedicated to San Frediano Vescovo built in the 13th century, but restored and extended in 1771.The organ inside is dated 1798.Under the lodge inside the church there has been made a gallery of archaeological findings.Montefegatesi was particular for its Freethinker Movement used by lots of families brought by the emigrants.The founder of this movement became well known only on the day of his funeral when his coffin was brought to the cemetery drapped with a white flag of the “Association of the Freethinker”. Montefegatesi has also dedicated a monument to Dante Alighieri on top of the village it was built in 1908 by a sculptor of Lucca F.Petroni,wher this monument is placed theres a fantastic view of Monte Rondinaio,delle Tre Potenze,il Mosca, Pratofiorito and il Coronato.Another characteristic of the village is that alot of the old people had a fair knowledge of classic literature from Omero,Virgilio,Dante and Ariosto.From these readings they have heritage forenames of many local people like;Anchise,Aiace,Creso and Egeo.There are also monuments to Garibaldi and Vittorio Emanuele.

    Famous People
    Domenico Batoli(1629-1698)author of songs and hymns

  • Montefegatesi

    Posted on Maggio 28, 2012 by in Frazioni e Località

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    DOVE DORMIRE – DOVE MANGIARE – GUIDA TURISTICA –LEGGENDE – FARMACIA DI TURNO – ALIMENTARI – CHIESA

    Situato a 842 metri sul livello del mare, risulta essere la frazione più alta dell’intero Comune. Dista sedici chilometri dal capoluogo. È raggiungibile da due strade: la prima partendo dai paesi della Controneria, sulla sinistra del diruto Oratorio di San Rocco, a circa 8 chilometri dal capoluogo; la secolonda partendo da Ponte a Serraglio, passando quindi, Granaiola, Pieve di Monti di Villa, Monti di Villa e da qui dirigersi verso la Chiesetta di Sant’Anna (conosciuta un tempo come Eremitorio di Foce Colonia). Alla vista Montefegatesi ci appare adagiata su uno sperone roccioso. Il suo nome sembra derivi dal colore fegato delle argille scistose presenti in gran quantità sul territorio, altri sostengono da Monte che si erge sul torrente Fegana modificando il toponimo Montefagatesi in Montefeganese.

    La storia di Montefegatesi

    Prima del sorgere di Montefegatesi in tempi quindi molto remoti, su un’altura vicino al torrente Fegana, vi era una località abitata. Sul luogo si rintracciano resti di mura scaglionati lungo il fianco della montagna, sulla sommità della piccola “montagna” troviamo le traccie di una vasta costruzione rettangolare che doveva essere la base della torre posta a difesa estrema di tutto il sistema fortificato,al quale si poteva accedere solamente attraversando una stretta gola di roccia, vera porta naturale facilmente controllabile dalle sentinelle della torre. Dalla forma, dalla posizione e da come sono costruiti i muri, ove si nota l’assuluta mancanza di calce,si può dedurre che questi, altro non erano che spalti, posti a protezione della torre in vetta al monte. Tutto l’insieme protettivo è tipico dell’insediamento preistorico, si deduce quindi che la ROCCHETTA, altro non era che un castelliere. Questa struttura fortificata dell’età preitalica, data la vicinanza con la liguria, fa pensare ad un insediamento di quelle genti, come è dimostrato anche dal ritrovamento di tombe liguri in località Margeglio ed in Albereta. Intorno alla rocchetta vi era, e vi è tutt’ora una vasta zona coltivata detta “Le Vigne” . La gente della rocchetta viveva in casolari sparsi intorno alla terra difesa, entro la quale si rifugiava in caso di pericolo. La ragione che indussero gli abitanti della Rocchetta ad abbandonare la posizione scelta, furono certamente le difficoltà che incontravano nel difendersi dai nemici e la mancanza di spazio entro la terra murata che,data la conformazione del luogo, era molto limitato. Può nascere la considerazione che l’abbandono del loco,fosse causato dall’averne trovato uno nuovo e più sicuro, MONTEFEGATESI, il quale circa 400 metri più in alto dominando tutta la valle, dava maggiore garanzie di sicurezza, facilità di difesa e possibiltà di impiantarvi un abitato più vasto. Si crede anche che gli abitanti della “Rocchetta” si chiamassero Feganesi, per la loro vicinanza con il fiume Fegana( forse per il colre fegatoso delle terre circostanze) e che il nome il nome di Montefegatesi, derivi appunto da Monte dei Feganesi, da cui in seguito Montefegatesi.

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     Il nome di Montefegatesi ricorre per la prima volta in una pergamena dell’Archivio arcivescovile dell’anno 983 ed ancora in un’altra dell’anno 991: in quest’ultima il vescovo di Lucca Teudegrimo infeuda di alcuni beni posti in Montefegatesi il Visconte Fraolmo dei nobili Corvaresi di Versilia. Nel 1245 l’Imperatore Federico II concedeva Montefegatesi ai Lucchesi in compenso per la loro fedeltà e di nuovo la concessione venne rinnovata nel 1248: gli abitanti del paese avevano gli stessi diritti dei cittadini lucchesi e tutti i vantaggi che potevano derivare da tale concessione. L’importanza strategica di Montefegatesi era fondamentale quale sentinella avanzata della Repubblica sul confine con Modena. Nel 1449 Montefegatesi ottenne dalla Repubblica la concessione di separarsi dalla Vicaria Val di Lima e di essere esente da gabelle ed imposte: solo per l’amministrazione della giustizia gli abitanti di questo borgo dovevano riferirsi alla Vicaria di Coreglia. I privilegi concessi agli abitanti di Montefegatesi trovavano ragione nella posizione geografica del paese: indispensabile avamposto in eventuali guerre contro il Ducato di Modena o contro il Granducato di Toscana. Nel 1539 Montefegatesi fu riunito alla Vicaria della Val di Lima pur mantenendo intatte le concessioni e le autonomie di cui godeva. Nel 1613 durante la guerra fra Lucca e Modena il paese fu sottoposto ad incendi e razzie da parte delle soldatesche estensi. Il paese si resse con propri Statuti fino alla soppressione della Vicaria che avvenne nell’anno 1802. Conserviamo due registri di Statuti, il primo risalente al secolo XVI ed il secolondo dell’anno 1740. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Frediano Vescovo e la sua origine risale al XIII secolo Molti sono stati i rifacimenti il più consistente dei quali risalente al 1771, che vide l’ampliamento della chiesa alle dimensioni attuali. L’organo al suo interno ha incisa la data a penna 1798. Sotto la loggia della sacrestia è stata allestita una piccola e deliziosa galleria di reperti archeologici. L’originalità e la particolarità di Montefegatesi si ritrova nella corrente del libero pensiero, un movimento di origine massonica che si diffuse in molte famiglie tramite gli emigranti. Il Libero Pensatore viene conosciuto solo in occasione del suo funerale che si svolge in forma strettamente laica senza la celebrazione dei riti funebri, ma bensì con l’accompagnamento al cimitero con la bara coperta dalla bandiera dell’Associazione del libero pensiero. Montefegatesi ha inoltre dedicato un monumento a Dante Alighieri posto alla sommità del paese. Fu eretto nel 1908 con il denaro raccolto fra gli emigranti di Montefegatesi in America. Il busto è opera dello scultore lucchese F. Petroni. Dal luogo ove è posta la scultura è possibile ammirare un bellissimo panorama con i monti del Rondinaio, delle Tre Potenze, il Mosca, il Pratofiorito e il Coronato. Altra caratteristica del paese di Montefegatesi è che fra gli abitanti, specialmente i più anziani, vi è una non comune conoscenza della letteratura classica legata ai testi di Omero, Virgilio, Dante, Ariosto praticata e acquisita durante le veglie invernali. Retaggio di queste letture sono i nomi di battesimo di molti abitanti: Anchise, Aiace, Creso, Egeo, ecc. Monumenti a Garibaldi e Vittorio Emanuele.

    Fonti:Cherubini Marcello-Betti Massimo Guida turistica di Bagni di Lucca, Bagni di Lucca 2002

     

     

    CIRCOLO “IL LIBERO PENSIERO” DI MONTEFEGATESI

    Alla fine dell 800′ circolavano nel paese di Montefegatesi idee anticlericali ed un attacco alla noncuranza ed al lassismo tipico del clero locale del tempo.

    Il gruppo che si fece promotore del nuovo modo di sentire fu la “Filodrammatica” composta da persone emigrate ed in seguito tornate al paese, da artigiani e proprietari terrieri : gente insomma che aveva anche i mezzi economici per contribuire all’attuazione di miglioramenti nel paese.

    In loro c’era il netto rifiuto di partecipare ai riti religiosi, eccezioni potevano essere fatte per i funerali e le nozze dei familiari, ma i funerali dei membri del gruppo erano comunque civili.

    Queste persone si consideravano libere dalla deferenza al clero ed alla religione organizzata per cui erano detti “Liberi Pensatori”. La generazione piu’ giovane una trentina di anni dopo aderì alle organizzazioni nazionali anticlericali come ” l’associazione nazionale Italiana dei liberi pensatori” e la” società Giordano Bruno”.

    Problemi di ordine teologico non erano centrali nella loro organizzazione e l’ateismo era professato solo in rari casi. Erano autodidatti ed avevano frequentato fino alla 5′ elementare, uno standard già piu’ elevato della media, si erano formati da sè sui classici(Dante, Petrarca, Tasso, Ariosto)romanzi storici e testi anticlericali dell’epoca. La loro formazione culturale era utilitaristica nel senso che serviva loro a confutare e sostenere la battaglia contro il clero, contro la religione organizzata; non era però una battaglia contro i dogmi della religione: per loro ” Cristo è per la gente”.

    Erano populisti che credevano che la religione organizzata fosse l’origine del male e quindi come ultimo atto di coerenza verso le proprie idee chiedevano il funerale civile e la bara veniva coperta con la bandiera nera bordata di rosso della Società Giordano Bruno.

    Il circolo ristretto del Libero Pensatore non cercava però proselitismi tra la gente, forse per il suo sincero credere nella libertà di pensiero e di coscienza individuale.

    Erano considerati dalla massa una elitè illuminata e non sempre essa ne comprendeva e ne condivideva l’operato.

    Tuttavia nel Febraio 1898 il gruppo dei Liberi Pensatori di Montefegatesi organizzò una festa di celebrazione per un suo pubblico riconoscimento e la popolazione aderì in massa.

    Il presidente della “Filodrammatica” l’abile oratore Antonio Bartoli, tenne il discorso:  “A lungo viva lo spirito di solidarietà e buona volontà di quei membri che hanno perseverato nonostante gli ostacoli e le controversie sollevate dai nemici del progresso e delle azioni valorose. Ancora una volta, a lungo vivano i forti !

    Furono anche promotori e sponsorizzarono diverse OPERE PUBBLICHE: una strada, una società di Pronto Soccorso(la Croce Verde paesana), Il Teatro Ermete Zacconi, la banda musicale, la fontana pubblica, il monumento a Giuseppe Garibaldi, il monumento a Dante Alighieri ed altre. Tutte iniziative di valore sociale, per l’intera comunità.

    In occasione del 20° anniversario della liberazione di Roma, essi scoprirono un iscrizione sovrastante la piazza che dice:

    I liberali di Montefegatesi vollero che questa piazza prendesse il nome del giorno 20 settembre, duraturo ricordo del giorno piu’ caro alla patria.



    MONUMENTO A DANTE 
    Il 28 maggio 1908 dalle pagine del giornale borghigiano “Il Risveglio”, nello spazio riservato a Montefegatesi,  si dà notizia della presenza di un comitato per un monumento a Dante Alighieri e se ne annuncia l’inaugurazione per la metà del mese di settembre, con queste parole : ” E’ proverbiale nella vallata, l’amore per l’arte e per la patria di questa nobile popolazione, che sebbene relegata per ironia del destino a vivere sopra le più alte balze dei nostri monti, ha affermato più volte il proprio nobile sentimento di italianità”.MONTEFEGATESI 25 SETTEMBRE 1908, sopra un piedistallo di blocchi di diaspro, sul culmine della rocca, intorno la vetta del Rondinaio, in lontananza le asperità verticali delle apuane, si staglia austero e potente il busto del sommo poeta, opera dello scultore lucchese Francesco Petroni.

    Gli uomini del comitato del paese e anche qualcuno del vicino paese amico/nemico Tereglio ” hanno offerto le braccia, i denari per sostenere le spese” questi provengono anche dalle comunità oltreoceano, dove gli abitanti di Montefegatesi sono emigrati, mantenendo e rafforzando sempre più il legame con la propria terra, ed hanno offerto anche il cuore. Ne sono testimonianza i versi scritti da Orlando Bartoli :

     

    ” Rocca spogliata dalle forti mura

    E d’ogni fiera tua grandezza antica,

    Rocca che di guerrier fosti amica

    Tu non sei vinta ; la tua Fama dura

    Nel rimirar la pittoresca altura

    Degna d’essere cantata in altri carmi,

    Vedo la gloria e lo splendor delle armi,

    che al nemico dier morte e sepoltura.

    Vedo l’orgoglio antico al sol distrutto

    Nel deserto di pietre desolante

    Ma non iscorgo più ragion di lutto

    Se di guerrier non vai più raggiante,

    Corre glorioso il nome tuo per tutto,

    Or che domina te sublime Dante.”

     

    Centodue anni fa, in una luminosa giornata di primo autunno, l’allora giovane professore universitario Augusto Mancini teneva il proprio discorso ufficiale per l’inaugurazione del monumento a Dante Alighieri, dopo che al suono dell’inno a Garibaldi, era stata abbassata la tela che copriva il busto e “questi, baciato da un tepido raggio di sole, apparve maestosamente agli occhi del popolo.”

    Augusto Mancini , allora, trovava proprio nell’esperienza della emigrazione la risposta alle ragioni di un monumento ad un Grande, in una comunità cosi piccola e lontana dalle città.

    Mancini si rivolge agli abitanti di Montefegatesi e li chiama cittadini, ricorda l’origine di quell’appellativo, concesso nel 1245 da Federico || di Svevia, quando avvenne il passaggio della vicaria della lima e delle terre dei cittadini ai Lucchesi…

     

    “Ond’è che voi – cosi Mancini domanda – di picciol paese sperduto fra i monti, a troppi ignoto, compiste l’opera civile che oggi vi onora? Forse perchè di faccia a queste rupi, ove l’aquila ha nido, voleste si ergesse l’immagine dell’aquila del canto?” . “Io so, che fuori di vostra, lungi dall’Italia, voi doveste attingere questo spirito vivificatore di libertà, che vi rende capaci di grandi cose. Se non aveste superato la cerchia dei vostri monti, non avreste retto sulla vostra piazza le immagini di Garibaldi e di Dante. Ma fuor dell’Italia, nell’America, nell’Australia lontana, il vostro occhio si è allargato alle meraviglie della civiltà, un sentimento di fratellanza più sereno e più lato ha preso le anime vostre, avete sentito che sia progresso, avvenire, unione spirituale di tutte le genti; ma insieme lungi da lei, avete sentito la Patria, l’Italia Madre.”

    All’estero, i cittadini di Montefegatesi hanno appreso quanto ” IL MONDO DEBBA ALL’ITALIA, QUANTA LUCE DI PENSIERO” e quindi, “RITORNATI ITALIANI NELLA TERRA NATIA” hanno voluto innalzare “NELLA ROCCA DOVE TUONO’ FRAGORE DI GUERRE FRATRICIDE, I SIMBOLI SACRI DELL’ITALIANITA'”

    Mancini concludeva il proprio discorso, tra un immensa ed interminabile ovazione, con queste parole:

    ” ABITANTI DI MONTEFEGATESI, CITTADINI VOI FOSTE UN TEMPO PER BENIGNO PRIVILEGIO DI UN IMPERATORE ; CITTADINI VOI SIETE OGGI PER VIRTU’ PROPRIA NEI NOMI SACRI DI GIUSEPPE GARIBALDI E DANTE ALIGHIERI.”

    La virtù propria degli uomini di Montefegatesi, esaltata dal professore, altro non era che quel impegno fattivo nel far progredire la propria comunità e che, trovava materializzazione nelle iniziative filantropiche e nell’associazionismo. La legittimazione dell’appellativo di cittadini avveniva ora da due Grandi Italiani: Garibaldi e Dante, assunti a guide spirituali e morali, a emblemi della LAICITA’. Dante celebrato come vittima dell’oscurantismo, strenuo difensore della libertà, che affronta l’amarezza dell’esilio ed è anche letto nel ruolo del fustigatore della corruzione e del potere temporale del papato.

    Molte furono le adesione per inaugurazione del busto del sommo poeta, fra cui Senatori, deputati, delegazioni di paesi venuti anche dall’estero,  la Società Dantesca di Firenze, Federazione Nazionale degli insegnanti, partiti di diverso orientamento, significative furono le adesioni dalla città di Trento che avevano innalzato sul finire del 800 un imponente monumento a Dante, la redazione di Trieste dell’Indipendente cosi telegrafava: ” Forti figli dell’appennino che padre nazione dedicano bronzeo ricordo accolgano saluto affettuoso e speranze fratelli Trieste.”

    Quella mattina del 1908 nel piccolo paese si ritrovò lo spirito dell’italianità e lo faceva diventare grande, ne è preziosa testimonianza l’adesione del Sindaco di Roma Nathan, massimo esponente della Massoneria Italiana ,che cosi scrive” Se piccola è la terra che adunerà domenica, intorno alla statua dell’Altissimo Poeta, i cittadini industri che l’assidua cura delle greggi e dei campi non distoglie dal patriottico culto per le glorie dell’Italia, a grande nobiltà si ispira il significato della manifestazione solenne che in cotesto Comune si prepara, A nome di tutta Roma mi è gradito per questo associarmi alla festa.”

    Il 22 Agosto 1908 le pagine del Risveglio cosi riportavano : Questi buoni paesani non hanno altro ideale che migliorare le condizioni del proprio paese” ” questo ricordo a Dante fu ideato da una piccola colonia paesana residente a New York dopochè un progetto per innalzare un ricordo a Giordano Bruno, non potè esser per diverse ragioni effettuato.”

     

     

     

    ATTIVITA’ COMMERCIALI:

    Bar Ri.Ma :  situato in piazza XXIII Settembre.  Numero  di telefono 0583-800032  – English Spoken- Chiuso il lunedi.

    Circolo ARCI :  situato in via del vespaio.  Numero di telefono  0583 -800071 – Chiuso il giovedi.

     

     

     

    Festività del Paese :

    – Il Giro Enogastronomico del paese. Questa festa è iniziata solo di recente ma ha subito avuto un grandissimo seguito. Bello e “suggestivo” il giro enogastronomico che comprende tutto il paese. La data di svolgimento è la prima Domenica di Agosto.

    -La Befana (il 5 sera): La Befana di Montefegatesi è una delle più antiche e più Conosciute della zona! La sera del 5 gennaio come vuole la tradizione, tutti i paesani fanno il giro di tutte le case del paese accompagnando con la fisarmonica e cantando la befana ed il befano (la tradizione vuole che siano l’ultimi sposati),raccogliendo ogni tipo di “cose” offerte dai paesani,oltre che al classico bicchiere di vino o liquore, quasi ad ogni casa(sopratutto Farina di Castagne, noci, befanini, frutta etc) che vengono portate nel teatro Paesano….Finito il giro la Befana va a cantare in teatro e li, inizia la Festa!!Si balla tutta la notte, ed a metà della serata viene fatta la polenta di castagne(che tradizione voleva, le fette le faceva il più vecchio del paese) per tutti i presenti….vengono anche mangiate le “cose” recuperate facendo il giro…..di solito insieme alla polenta ci sono formaggi e biroldi.

     

    Link di Montefegatesi:

    Scuola estiva Montefegatesi
    Facebook Montefegatesi Official Page


    Bibliografia