Edifici Termali

Le prime notizie delle terme di Bagni di Lucca si datano al Primo Triunvirato nel 56 a.C., quando Cesare, Pompeo e Crasso si divisero il mondo e poi vennero a passare le acque a Bagni di Lucca. Questo narra la leggenda; è comunque certo che all’epoca della Roma repubblicana le terme fossero già conosciute.
Con la caduta dell’Impero Romano anche le terme decaddero e l’abbandono della popolazione del fondovalle per luoghi montani più sicuri portarono ad un rapido abbandono delle fonti terapeutiche.
I Longobardi riscoprirono le virtù miracolose delle acque, ma solo durante il periodo della Contessa Matilde ci sarà un restauro e un nuovo sviluppo degli stabilimenti termali. La vicinanza delle terme alla via Francigena, che coincideva con l’antica via Clodia Nuova che da Lucca conduceva in Emilia, portava una notevole massa di viandanti, pellegrini e mercanti che si recavano sia a Roma che in Francia, tanto che la Contessa Matilde di Canossa edificò il ponte della Maddalena detto del Diavolo proprio per permettere ai viandanti di recarsi alle terme per curarsi. La bontà delle acque crearono quell’alone di luogo miracoloso per la salute che aiutarono a rendere famoso il nostro luogo nel mondo. Intorno alle sorgenti nasceranno poi i chiusi (gli alberghi medioevali), le osterie, e le abitazioni da affittare ai forestieri più abbienti.
Fin dai primi anni del XIII secolo Lucca si impadronì stabilmente della zona termale, ben consapevole del valore delle terme come luogo di soggiorno e cura, e con lo statuto del Comune di Lucca del 1308 ne regolamentò l’amministrazione sia pubblica che termale.
Secondo la tradizione, per volere della Contessa Matilde, ai poveri e pellegrini venivano offerta a spese delle terme un bagno curativo e un pasto, il che costituiva una notevole spesa per l’economia della zona, tanto che la Repubblica di Lucca, sempre attenta a non gravare troppo di tasse la popolazione, pensò bene di regolamentare il gioco che si svolgeva presso le “le osterie o biscazze”, dove la presenza di bari creava inevitabili problemi di ordine pubblico, confinandolo in un luogo ben definito e controllato dallo Stato (le terme) e in un momento preciso (durante il periodo delle balneazioni), dando così vita al primo casinò del mondo. L’utile ricavato da tale attività veniva devoluto a curare i bisognosi secondo la tradizione voluta dalla “gran Contessa” e a mantenere lo stabilimento termale. In una sola volta si eliminava la situazione malavitosa delle biscazze, e si garantiva un gioco onesto, e un pasto a tutti i bisognosi. “Era nata la mutua nel 1308! E il Casinò.”
Nel nuovo statuto di Lucca del 1331 un intero capitolo è dedicato alle terme. Ai vicari che vi soggiornano durante il periodo estivo o delle balneazioni (da maggio a ottobre), si raccomanda che le osterie e gli alberghi (i chiusi) siano ben forniti di cibi e bevande e di attendere all’igiene dei luoghi, affinché i “forestieri” siano ben accolti.
La fama curativa delle acque, divulgata da tutti quei frequentatori che per tutto il Medioevo giungevano o passavano per la nostra valle, fecero si che dal XV secolo in poi le terme dei Bagni di Lucca fossero le più famose e frequentate in Europa, anche da medici famosi come Gentile da Foligno e Ugolino da Montecatini, che nel suo trattato sulle acque del 1417 descrive dettagliatamente gli stabilimenti e l’efficacia delle cure.
Fin dal 1469 la direzione delle terme veniva infatti affidata a medici di indubbia fama, e tutti gli statuti della Repubblica di Lucca confermano le prescrizioni riguardo al buon funzionamento delle terme e dell’indotto, tanto che la diplomazia lucchese userà moltissimo le proprietà curative delle acque inviandone in dono a tutte le corti europee. Questa tradizione di acquistare acqua sia da bibita o per cura dalle corti Europee durerà fino alla prima guerra mondiale.(Lo Zar voleva l’acqua dei Bagni e i “problemi” della regina Vittoria venivano curati con l’acqua delle Docce Basse.)
Nel Rinascimento la nobiltà lucchese cominciò a costruire delle residenze estive presso le terme, che la Repubblica requisiva per gli ospiti illustri (sovrani, papi e cardinali).
Grazie al nuovo clima politico e al lungo periodo di pace che la Repubblica garantì dal XVI secolo al 1799, da tutta l’Europa continuò l’afflusso di ospiti illustri che trovavano un clima mite e un’accoglienza squisita. I Bagni di Lucca divennero così capitale estiva e fiore all’occhiello dello stato lucchese.
La località fu descritta abbondantemente dal Montaigne che vi soggiornò più volte, e decantata dai grandi Falloppio e Redi, i medici più famosi del tempo, che la descrissero come un paradiso terrestre.
Il grande sviluppo delle terme e la forma attuale del paesaggio sono stati plasmati dalla volontà di Elisa Bonaparte Baciocchi che, divenuta Principessa di Lucca e Piombino, durante il suo breve regno (1805-1814) determinò una svolta internazionale dei Bagni di Lucca elevandola a capitale estiva, con un grandissimo afflusso di ospiti internazionali. A lei si deve la ristrutturazione degli stabilimenti termali, realizzati dai più famosi architetti del tempo, il Marracci e il Sanbuchy per nominarne appena due.
Con la ristrutturazione delle terme e l’ammodernamento delle cure sorgono una notevole quantità di alberghi, per ospitare ospiti sempre più eterogenei, e alla fine dell’Ottocento si conteranno ben ottanta licenze tra alberghi pensioni o affittacamere.
La restaurazione con i Borboni, e soprattutto col ducato di Carlo Ludovico dal 1826 al 1847 proietterà Bagni di Lucca a stazione turistico-termale di prima importanza in Europa. Il nuovo casinò fu inaugurato nel 1839; seguirono la costruzione della prima chiesa Anglicana in Italia (1840)[senza fonte], il cimitero Inglese (1842), il Club des Anglais (1840, altra casa da gioco in funzione fino alla grande guerra, dove si giocava in moneta Inglese o Francese) portarono una nutritissima colonia Britannica che descriveva la Val di Lima come Svizzera della Toscana.
La costruzione a Bagni di Lucca di un Teatro Accademico (1790), di un Circolo dei Forestieri (Casa da gioco invernale e luogo di ritrovo del bel mondo), davano la possibilità di trascorrere spensieratamente i periodi di cura o villeggiatura.
Con la cessione del Ducato di Lucca al Granduca nel 1847 inizia un lentissimo decadimento, accelerato con l’unità d’Italia e la perdita di tutti quei vantaggi derivanti dall’essere la capitale estiva di uno stato e non solamente un Comune capoluogo.
Bagni di Lucca è stata la prima cittadina d’Italia ad avere illuminazione elettrica pubblica nel 1886.
Tra il giugno ed il luglio del 1910 nacque a Bagni di Lucca la prima associazione scout sorta in Italia, i R.E.I. “Ragazzi Esploratori Italiani”. I REI furono fondati dal baronetto inglese Sir Francis Vane e dal Maestro Remo Molinari.
Il periodo delle due guerre mondiali, la successiva chiusura del Casinò nel 1953 (per non rinnovare la tassa di concessione), la dissennata scelta tra artigianato e turismo che portò a trasformare gli alberghi in case e fabbriche, ha portato alla situazione attuale, in cui, a monte di un territorio esteso e ricchissimo di storia, e che possiede le sorgenti Termali migliori del mondo (analisi chimiche alla mano), dopo anni di abbandono si nota un piccolo risveglio che potrebbe riportare ai vecchi fasti la comunità.

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Stabilimento Jean Varraud: unico in funzione con acqua a 54°, grotte a vapore, fangoterapia, idromassaggio, inalazioni, e cure estetiche, sede della prima casa da gioco del mondo, ove la roulette ha girato per la prima volta in Europa.

Stabilimento delle Docce Basse: sorgenti da 42° a 46°, ora in disuso, dove, nel tardo Medioevo, si curavano con docce le patologie, il che per l’epoca costituiva una novità assoluta. Qui Falloppio scoprì il funzionamento delle tube di Falloppio, e la leggenda narra che…“Se vuoi che la tua donna resti pregna mandala al Bagno e tu non ci venga” e che la sorgente denominata “Disperata” curasse quelle patologie che altrimenti curava il becchino.

Stabilimento dell’Ospedale Demidoff: con acqua a 46°, fu costruito dai Principi Demidoff nel 1828 come ospedale per i poveri. Oggi è sede di un centro di medicina olistica.

Stabilimento Bernabò: con acqua a 40,1°, straordinaria per la cura di tutti i problemi della pelle. Nel 1510 un tale Bernabò da Pistoia, uomo ricco ma con una malattia orrenda alla pelle, si immerse in quella sorgente dove i paesani portavano gli animali malati a guarire e ne usci guarito. Bernabò edificò a sue spese questo stabilimento che porta il suo nome. Certo è che la nobiltà europea veniva a togliesi i segni del vaiolo al Bernabò. Restaurato da Elisa nel 1812 su progetto del Sanbuchy era considerato lo stabilimento con il più bel panorama d’Italia.

Bagno S.Giovanni: con sorgenti a 38°, è citato per la prima volta come edificio già esistente nel 1307. Così chiamato per la tradizione popolare di andare a bagnarsi per la ricorrenza del Santo. La sorgente molto copiosa alimentava 6 vasche adibite alla cura di varie categorie di persone: i Cavalieri, i Cittadini, le Donne, gli Ebrei, ed infine i servitori. Non dovevano essere molto capienti perché alcuni scrittori scrivono che si immergevano 50 persone per volta. Vi si beveva e imbottigliava l’acqua dal XIV secolo al dopoguerra. Qui Heine fu ispirato la sua famosa pagina dei Reisebilder.

Bagno alla Villa: con acque a 39°, restaurato ad opera della Repubblica nel 1376. Il Bertini (direttore dei Bagni), dopo un successivo restauro, nel 1471 volle far apporre in facciata una lapide di marmo dove indicava tutte le cure fatte all’interno dello stabilimento, la prima descrizione pubblicitaria delle terme al mondo. Frequentato dal Montaigne che vi curò la sua calcolosi renale orinando 36 calcoli della dimensione di una piccola oliva. Tra i frequentatori illustri vi fu anche Letizia Ramolino, madre di Napoleone, ricordata per la sua tirchieria (voleva che il fornaio ritirasse il pane secco e lo sostituisse con quello fresco).

Bagno Cardinali: con acqua a 37,1° detta sorgente alla Cova (citata per la prima volta solo nel 1775), usata anche oggi come soluzione a tutti quei problemi di digestione, indicata a far “digerire anche i sassi”, come dicono i paesani. Prima era denominato Bagno Gualoppino (citato già nel 1292) perché vi si portavano ad abbeverare e curare i cavalli. Costruito come nuovo stabilimento da un certo Cardinali nel 1858 nei pressi del Regio Casinò, unico stabilimento privato in funzione fino al 1921, è stato poi adibito ad abitazione privata.
Fonte: Wikipedia